venerdì 9 maggio 2014

Start to success con i tuoi dati.


Una proposta commerciale interessante è lanciata da Facebook con il programma “Start to success”, un particolare programma di advertising, capace di collocare perfettamente l’inserzione nelle pagine degli utenti, grazie proprio alla profilazione ampia che si riesce a redigire di chiunque. A partire dai form di registraazione, fino ad arrivare alla condivisione dei post - da cui si risale ai gusti personali inerenti a musica, cinema, hobby - si riescono ad avere indicazioni dettagliate  per far visualizzare l’annuccio commerciale alle persone giuste. Molte sono le possibilità per creare il proprio target: età, professione, geolocalizzazione, hobby, stato sociale e tanto altro, qui il link per capirci meglio https://www.facebook.com/business/start2success risultato? Nuovi tesori commerciali all’orizzonte “i tuoi dati per i Big player della rete”.

martedì 6 maggio 2014

Twitter: breve guida al monitoraggio dei dati attraverso keywords

Sapevi che puoi monitorare i tuoi dati personali attraverso Twitter grazie ad appositi tool ? Ognuno ha peculiarità differenti e sono rigorosamente gratuiti, eccone una breve lista:


Twilert: E’ simile a Google Alert. Permette di ricevere una e-mail ogni volta che una determinata keyword da noi selezionata viene menzionata.


Topsy: Questo strumento è una sorta di motore di ricerca: indicizza tweet, hahstag, trending topics, offre la possibilità di analizzare fino a tre keyword contemporaneamente per verificarne il trend e ci fornisce anche il sentiment score in merito ai tweet presenti con un determinato hashtag o della keyword che abbiamo inserito.


Tweetpsych: Il servizio costruisce un profilo psicologico di ogni persona in base al contenuto degli ultimi 1000 tweets e funziona meglio su utenti che hanno postato più di 1000 aggiornamenti e su account che vengono gestiti da un singolo utente che usa twitter in maniera colloquiale. Basta inserire nel box di ricerca il tag di ogni utente, per esempio “@BarackObama”, ed il gioco è fatto.

The Archivist: The Archivist è una desktop app che archivia i risultati di ricerca sul vostro pc, permettendovi di consultarli successivamente in qualsiasi momento. L’analisi dei tweet è davvero molto estesa. E’ possibile infatti vedere chi sono gli utenti che citano un account o un particolare hashtag, con quale frequenza, quali programmi vengono utilizzati per twittare, e il numero di tweet inviati in un dato periodo. Tutte queste statistiche poi posso essere scaricate in formato .zip o Excel. Se ci sono keyword che vi interessano particolarmente, si può salvare l’archivio in modo da seguire i relativi aggiornamenti. Il programma è totalmente gratuito, l’unico limite è rappresentato dal fatto che è disponibile solo su Windows

Google e la lotta alla privacy!

Google nasce nel 1999 e da allora non ha mai smesso di immettere nei suoi data base informazioni di ogni tipo, inerenti agli utilizzatori dei suoi prodotti e dei social media partners -tra cui anche Facebook quando inzialmente avevano stipulato accordi di questo tipo- 
Gli algoritmi sono diversi, ciascuno con il proprio obiettivo, qui sono elencati quelli per raccogliere i dati attinenti alle persone e alle aziende e che servono anche all’analisi della linkbuilding.
Google Alert
Google PageRank
Google social circle
Google social search
Google social graph Api
Google analytics
Google adsense


Per ciascuno di questi tool, il motore di ricerca rende sempre disponibile una Guida online che “faciliterebbe” il lavoro, anche se poi non è sempre così semplice capire.
Google, per facilitare il lavoro dei webmaster - ma anche quello dei singoli utenti - propone di avere un account gmail, con cui utilizzare tutti i servizi disponibili gratuitamente… ecco individuati i primi piccoli inganni del motore di ricerca, “account e servizi gratuiti”.
Una volta inserite tutte le informazioni nei form visualizzati per accedere ai servizi, una buona parte del gioco è fatto, perché a partire da questo momento tutte le nostre mosse sono completamente rintracciabili in rete, tra l’altro questo già avviene mediante i cookie delle nostre query tramite il motore di ricerca.
Vediamo più da vicino questi algoritmi:
  • adwords e adsense, sono funzionalità che principalmente aiutano ad ottenere informazioni per effettuare indagini di mercato, per analizzare le parole con cui gli utenti cercano servizi e prodotti;
  • il pagerank viene utilizzato per capire misurare e analizzare i link in entrata in un sito;
  • google analitycs serve a monitorare gli utenti, i visitatori unici, capire cosa fanno, da dove arrivano, come si comportano nel sito, cosa vedono prima, quanto tempo rimangono sulle pagine;
  • google alert ci informa di tutte le volte che in rete si parla di noi, chiaramente questo è valido per le aziende mediamente importanti a confronto di grandi numeri;
  • google social circle, un algoritmo che consente al motore di ricerca di indivuduare gli amici degli amici su cui fare incidere i nostri contenuti;
  • google social graph Api, individua gli amici che in altri social network site hanno cambiato lo yousername...geniale diavoleria dei processi computazionali;
  • google social search, individua le tematiche trattate dai nostri amici nei social network site e ce ne comunica le informazioni attinenti, quando eseguiamo ricerche nel motore.
Il gioco è sempre uguale per tutti social network e i motori di ricerca: rilasciare “gratuitamente” servizi al caro prezzo dei dati… perché i form informativi vanno sempre compilati.
Tutti i social network consentono di entrare nei profili di chiunque - soprattutto facebook - perché c’è sempre un amico in comune, mediante il quale si può entrare nelle pagine di chi avrebbe innalzato la soglia della privacy.
Linkedln quando qualcuno visita una pagina, informa con una notifica il proprietario, cosa che però non fanno gli altri social; in più con la scusa della richiesta del curriculum - visto che è un social per professionisti - arriva ad avere informazioni profonde e dettagliate degli iscritti.
Google plus, consente a chiuque di inserirti nelle cerchie senza chiedere il consenso.
Twitter, è un social abbastanza aperto, quindi anche in questo caso i dati sono pubblici e accessibili a chiunque.
Youtube invece serve ad identificare i gusti cinematografici, musicali, indaga più sulle scelte personali. anche se questo lo fa anche facebook quando ti invoglia a compilare form attinenti allo svago.
Che ci sia un tracking dei dati, in realtà, non è che venga spiegato chiaramente e quando questa spiegazione viene data, si fa passare, come un  metodo di protezione dei dati.
Ad ogni modo fin tanto che i Governi non prendono una seria decisione su chi debba garantire l’utente - ignaro ed illetarete su come funzioanano veramente le dinamiche interdigitali - è una scommessa persa da parte dei consumatori dei servizi offerti da internet.
La discussione è molto complicata, perché a partire dal 2010, siamo passati da una dimensione digitale ad una interdigitale, ovvero ad una fase in cui, i device essendo diventati mobili, interconnessi, interdigitali, ubiquitari, multimediali - seppur regalando tanti benefici agli utenti/agenti - facilitano i Big player ad ottenere in maniera trasversale informazioni al quanto sensibili. Dunque sorge l’urgenza dell’alfatizzazione degli utenti, bisogna cioè discutere seriamente dell’iterdigital literacy, che è la capacità - da parte degli utenti - di utilizzare con consapevolezza e senso critico i media di cui bisogna maturare una cultura, una buona conoscenza dei linguaggi, delle regole, delle nuove etichette e soprattutto conoscerne bene i rischi attinenti alla privacy. Daltronde il problema della privacy, è destinato a diventare sempre più incisivo, perché, con l’affermazione sempre maggiore del Computing embeddedness e del  Biorganic computing la tematica dei dati non può che porsi al centro delle future politiche sociali.
La Computing embeddedness, indica i sistemi computazionale e intelligenti inglobati negli ambienti e negli oggetti, perché i sistemi tenderanno alla miniaturizzazione.
La Biorganic computing, indica l’integrazione tra biologico e tecnologico.

Va da sé quindi, che bisogna rendere literate gli individui, da cui sarà necessario avere il consenso, quando mediante un servizio wifi, saremo collegati a dei server, in cui i nostri dati verranno preservati e poi analizzati dai medici. Il futuro è vicino - perché riconfigurare un dosaggio di una medicina a distanza, da rilasciare nel corpo di un paziente, mediante device adattati e inglobati nel corpo - sarà pratica frequente.

lunedì 5 maggio 2014

YouTube: "trasmetti consapevolmente te stesso"

YouTube: "Broadcast yourself"

Ogni qualvolta ci avviciniamo all'utilizzo di una nuova piattaforma social media la stragrande maggioranza degli utenti è portata ad utilizzarla secondo la tecnica del "sentito dire", ossia la si  utilizza perché spronato dal proprio amico/a del cuore senza soffermarsi sull'effettivo rischio al quale si va incontro. Parlando di social media il rischio più grande è dato proprio dall'utilizzo dei dati personali. 
Qualsiasi piattaforma prima di fornirci il 100% delle sue funzionalità ci chiede la creazione di un account personale, ovvero un identikit tramite il quale il programma memorizza tutti i nostri dati e informazioni per fornire la migliore "user experience". La stragrande maggioranza degli utenti pur di utilizzare tale servizio è disposta a dare tutte queste informazioni senza interrogarsi minimamente sull'utilizzo che viene fatto di tali dati sensibili (vedi presenza di pagine e pagine di condizioni contrattuali accettate con un fugace segno di spunta all'interno di un quadratino).
Un esempio di piattaforma social molto utilizzata è sicuramente YouTube. Lo slogan tramite il quale si presenta è "broadcast yourself" ovvero letteralmente "trasmetti te stesso". Già partendo dal semplice slogan si potrebbero aprire tantissimi thread relativi al suo significato e quindi sul messaggio che si vuole veicolare.
YouTube consente la condivisione e visualizzazione di video on-line. Mediante un account personale ti da la possibilità di poter condividere dei video personali in rete e tenere traccia di quelli che più si avvicinano ai propri interessi. Non tutti però sono a conoscenza della grande mole di informazioni che circolano nelle "mani" di YouTube su ogni semplice video o meglio, su ogni singolo account personale.
Uno strumento molto chiaro, che da un'idea del costante monitoraggio che tale piattaforma opera su di noi è YouTube Analytics. 
"YouTube Analytics ti consente di controllare il rendimento del tuo canale e dei tuoi video con metriche e rapporti aggiornati. Questo strumento fornisce una moltitudine di dati, disponibili in rapporti differenti (ad esempio Visualizzazioni, Origini di traffico e Dati demografici). Fonte: https://support.google.com/youtube/answer/1714323?hl=it&ref_topic=3025741."

Fornisce quindi un vero e proprio report sull'andamento del nostro video on-line addirittura mostrandoci, con dati e grafici, le aree geografiche e gli orari in cui è stato più visto. Più monitoraggio di così!

Altre fonti molto utili legate all'utilizzo di YouTube e ad un suo corretto utilizzo:


Bisogna quindi essere sempre consapevoli delle potenzialità e dei rischi legati alle piattaforme social e quindi ai dati personali che forniamo perché la faccia, anche in questi contesti on-line, c'è la mettiamo noi utenti!




LinkedIn: tra tracciabilità dei dati e personal branding

È arrivato il momento di affacciarsi al mondo del lavoro. Occorre essere volenterosi, preparati, intraprendenti. I centri per l'impiego non sono più luoghi di speranza e i tassi di disoccupazione, diciamocelo, spaventerebbero anche i guerrieri più temerari. Al settimo anno di crisi economica occorre correre ai ripari. Dunque,da dove partire?
via Sheila Sharborourg


Naturalmente da LinkedIn, un servizio web di rete sociale impiegato principalmente in ambito professionale. 
Non a caso il claim del servizio é "relationship matter", le relazioni contano. Lo scopo del social networking site, infatti, é quello di
  • sviluppare e far crescere i propri contatti professionali;
  • creare conoscenza -attraverso i gruppi e le pagine delle aziende- delle dinamiche e dei processi culturali e di marketing del proprio specifico settore professionale;
  • trovare offerte di lavoro, persone, opportunità di business con il supporto di qualcuno presente all'interno della propria lista di contatti o del proprio network.

L'obiettivo é di personalizzare l'esperienza di fruizione.
Perché iscriversi? I datori di lavoro, ad esempio, possono pubblicare offerte e ricercare potenziali candidati. 
D'altro canto le persone in cerca di un posto di lavoro (in questo caso proprio tu!) possono leggere i profili dei reclutatori e scoprire se tra i propri contatti si trovi qualcuno in grado di metterli direttamente in conoscenza con loro.
È lo stesso LinkedIn- premurosissimo- a suggerire di ricercare persone con le quali entrare in connessione e a offrire statistiche dell’interesse dell’iniziativa.
In base alla teoria del sistema dei 6 gradi di separazione di Milgrin, potresti essere indirettamente legato a un importante player del business, ovvero al più grande degli esperti del tuo settore. LinkedIn ti aiuta a scoprire anche gli intermediari tra te e la tua auspicata connessione.
 

Il successo della piattaforma è dettato proprio dal potenziale positivo e pro-positivo dei suoi servizi. Occorre prestare attenzione, però, sia all'etichetta da seguire (LinkedIn non è Facebook) e a essere consapevoli del fatto che a tanti vantaggi, corrispondano anche degli oboli da pagare, oboli che inconsapevolmente lasciamo sotto forma di dati personali di cui l'azienda si impossessa per poterci meglio tracciare. Ma procediamo con ordine. Come ad un colloquio di lavoro probabilmente indosseresti un filo di perle ( indiscutibile simbolo di eleganza per il gentil sesso) o un completo con cravatta, così devi sapere che su LinkedIn tutto deve conformarsi. All'obbligo di iscriversi come Membro solo in quanto persona fisica, LinkedIn aggiunge, ad esempio, il cortese invito a inserire una foto professionale e ben riconoscibile dell’utente. Non dimenticare mai che tutti i social networking sites (LinkedIn in particolare, date le sue peculiarità) sono ormai nuove dimensioni di ricerca da parte delle sezioni di risorse umane dell'aziende. Oltre a completare con minuziosità il tuo profilo, sii sempre rispettoso ed educato quando partecipi alle conversazioni nei gruppi. Nessuno sceglierebbe mai per la propria azienda un dipendente che in pubblico utilizza turpiloquio e si pone con maleducazione.
Il discorso sul tracking dei comportamenti é più lungo, ma necessario da conoscere per comprendere in che modo vengano utilizzati i dati che di volta in volta acconsenti a fornire. Purtroppo non siamo abituati a leggere ogni clausola delle informative sulla privacy ma l' "ignoranza non excusat", soprattutto quando si tratta dei nostri dati. Partiamo dal chiarire chi controlla i nostri dati. Se l’utente risiede negli Stati Uniti, le informazioni personali fornite o raccolte da LinkedIn sono controllate da LinkedIn Corporation, con sede in California. Se l’utente, invece, risiede al di fuori degli Stati Uniti, le informazioni personali fornite o raccolte da LinkedIn sono controllate da LinkedIn Ireland, con sede, ça va sans dire, in Irlanda.
Al momento della registrazione, LinkedIn si appropria di informazioni base (quali nome, password, e-mail) che la piattaforma inizia a utilizzare per fornire un’esperienza personalizzata.
Più di ogni altra piattaforma, la ricerca da parte dell'azienda di fornire un'esperienza personalizzata- e dunque più vantaggiosa- al proprio utente è perseguita con determinazione da LinkedIn, per ovvie ragioni di utilità dei servizi offerti.  
A questo punto, l’utente  può aggiungere dettagli professionali – come la sua qualifica, formazione e competenze – al suo profilo. LinkedIn ricorda un po' lo stereotipo della mamma ultra-apprensiva e a tratti mal sopportata : si assicura che sia perennemente ben chiaro quanto un profilo completo al 100% delle sue potenzialità (che abbia tutti i campi ben compilati) possa aiutare l'utente ad essere trovato da altre persone e dunque aprirsi a opportunità in primo luogo di lavoro e, non meno interessante, di incremento della propria cerchia di connessioni.
Naturalmente, a tanta premura corrisponde un dazio da pagare in termini di adv: quanto più il profilo risulterà completo, tanto più facile sarà permettere alla piattaforma di mostrare annunci pubblicitari e contenuti rilevanti.
LinkedIn, ancora, raccoglie informazioni quando un membro sincronizza del “contenuto non LinkedIn” – come la sua rubrica email, i contatti sul suo dispositivo mobile o il suo calendario – con il Suo account: tutto fa brodo nella macchina di personalizzazione dell’esperienza e per consentire nuovi collegamenti.

I nostri dati vengono "succhiati" quando si visualizza o si clicca su un annuncio pubblicitario, si aderisce e partecipa nei gruppi, si partecipa ai sondaggi o si condividono articoli . Altre informazioni, ancora, vengono raccolte quando l’utente visita non solo LinkedIn ma anche le altre aziende della famiglia come SlideShare e Pulse.
Come è possibile che questo accada se l'utente non decide deliberatamente di sincronizzare gli account? Beh, molto più semplice di quello che pensi: l' accesso ai siti identifica l’utente associando il suo indirizzo IP all'account. Il sistema di identificazione avviene utilizzando cookie e tecnologie simili. 

Una delle peculiarità della piattaforma é, ancora, il fatto che in alcune comunicazioni che un utente  invia su LinkedIn, il destinatario può vedere il proprio nome, indirizzo email e alcune informazioni sulla propria rete. Che sia tu a visitare un altro profilo o viceversa, LinkedIn manderà notifica all'interessato. Attenzione quindi alle azioni di stalker virtuale!
Naturalmente, tutte queste impostazioni possono essere modificate qualora l’utente lo desideri. Occorre esserne informati, consapevoli, alfabetizzati. Ancora una volta, però, soprattutto quando si tratta di limitare la trasparenza delle proprie informazioni, al vantaggio dell’anonimato acquisito corrisponde una diminuzione dei benefici del servizio.
Ad esempio, scegliendo di rendere anonime le proprie caratteristiche, non sarà più possibile monitorare le statistiche del proprio profilo, utili per capire come migliorarlo e quanto è stato visitato da terzi.
Essendo, ancora, l’apertura del profilo consentita solo alle persone fisiche, le aziende e altre entità possono creare pagine su LinkedIn. Se un membro segue una di queste pagine, apparirà come uno dei follower dell'azienda e agli amministratori della pagina verranno fornite informazioni anonime sulla propria navigazione. 

Il personal branding, motore dell’interazione professionale, è costantemente incoraggiato, anche attraverso slogan dal sapore persuasorio come “the time you spend on LinkedIn will make you better at your job today”.  
È lo stesso Linkedin, ad esempio, che mostra in questo video come soli 9 minuti al giorno, impiegati a migliorare il proprio profilo, possano portare a evidenti vantaggi professionali.

9 minuti possono cambiare tutto


Sei pronto a coltivare le tue connessioni su LinkedIn?
Con la matura alfabetizzazione alle dinamiche di monitoraggio, il tuo cammino é in discesa.
 

Good luck!

[ Per saperne di più, qui le Fonti:
https://www.linkedin.com/legal/user-agreement
informativa sulla privacy
https://www.linkedin.com/legal/privacy-policy

http://www.downloadblog.it/post/13991/studentjobs-di-linkedin-offerte-di-lavoro-e-stage-per-studenti-e-neolaureati ]

Facebook Security...ma ne siamo davvero convinti??

Ciao amico! Volevo rubare 5 minuti del tuo tempo per farti riflettere su questo video!

 


Impressionante vero, quante cose si possono sapere di te e della tua vita semplicemente guardando un social network! Eppure Facebook dice che proteggere i tuoi dati personali è una cosa molto importante, che utilizza sistemi di monitoraggio per impedire la violazione dei dati e garantirne la sicurezza; afferma anche che le informazioni relative all'account si trovano su un server protetto da firewall e che queste  vengono crittografate mediante la tecnologia SSL (Secure Socket Layer).
Lo scopo per cui Facebook utilizza questi dati personali - dice - è esclusivamente per aumentare la sicurezza e migliorare i suggerimenti di pagine ai cui mettere “like” o amici da aggiungere.
Ma vediamo un po’ come funziona la raccolta dei dati personali di questo celebre social network: la società raccoglie i dati di monitoraggio attraverso il "tracking cookie". Ma cosa sono questi famosi cookie, di cui tanto sentiamo parlare? I cookie non sono altro che righe di testo (nel linguaggio HTML) che vengono utilizzate appunto per memorizzare informazioni specifiche degli utenti che accedono ad un server, come ad esempio un sito web. Questi cookie, combinandosi con un plug-in (un programma non autonomo che interagisce con un altro programma per ampliarne le funzioni), avvisano FB riguardo: la data, l'ora, l'indirizzo web della pagina cliccata e addirittura le caratteristiche del PC e del browser utilizzato, quindi indirizzo IP, sistema operativo,  versione del browser.... Hai capito un po’ cosa sono in grado di combinare questi cookie? Dopo aver raccolto queste "pochissime" informazioni, sai cosa fa quel birbantello di Facebook? Compila un “log” di tutte le pagine visitate, degli amici e di tutti i dati associati ad un profilo e li tiene in memoria per circa 90 giorni e solo poi,passato questo lungo periodo, decide se cancellarli per far posto a dei nuovi. 
La conclusione, come avrai potuto capire, è che siamo costantemente monitorati. Che la nostra privacy, e con essa anche la nostra vita, è a rischio. Va bene utilizzare i social network, ma un po’ di attenzione in più riguardo quel che si decide di pubblicare non guasterebbe...

E tu come ti comporteresti, se ti trovassi nella situazione dei protagonisti del video?

[Fonti:

-http://usatoday30.usatoday.com/tech/news/story/2011-11-15/facebook-privacy-tracking-data/51225112/1?csp=34money

- http://www.nytimes.com/2011/11/03/technology/03iht-facebook03.html?_r=0

-http://www.lastampa.it/2014/01/03/multimedia/tecnologia/facebook-controlla-il-privato-parte-la-class-action-txFLHHTK5OazrE38qT2AeI/pagina.html

- https://www.facebook.com/help/330229433729799/ ]