lunedì 5 maggio 2014

LinkedIn: tra tracciabilità dei dati e personal branding

È arrivato il momento di affacciarsi al mondo del lavoro. Occorre essere volenterosi, preparati, intraprendenti. I centri per l'impiego non sono più luoghi di speranza e i tassi di disoccupazione, diciamocelo, spaventerebbero anche i guerrieri più temerari. Al settimo anno di crisi economica occorre correre ai ripari. Dunque,da dove partire?
via Sheila Sharborourg


Naturalmente da LinkedIn, un servizio web di rete sociale impiegato principalmente in ambito professionale. 
Non a caso il claim del servizio é "relationship matter", le relazioni contano. Lo scopo del social networking site, infatti, é quello di
  • sviluppare e far crescere i propri contatti professionali;
  • creare conoscenza -attraverso i gruppi e le pagine delle aziende- delle dinamiche e dei processi culturali e di marketing del proprio specifico settore professionale;
  • trovare offerte di lavoro, persone, opportunità di business con il supporto di qualcuno presente all'interno della propria lista di contatti o del proprio network.

L'obiettivo é di personalizzare l'esperienza di fruizione.
Perché iscriversi? I datori di lavoro, ad esempio, possono pubblicare offerte e ricercare potenziali candidati. 
D'altro canto le persone in cerca di un posto di lavoro (in questo caso proprio tu!) possono leggere i profili dei reclutatori e scoprire se tra i propri contatti si trovi qualcuno in grado di metterli direttamente in conoscenza con loro.
È lo stesso LinkedIn- premurosissimo- a suggerire di ricercare persone con le quali entrare in connessione e a offrire statistiche dell’interesse dell’iniziativa.
In base alla teoria del sistema dei 6 gradi di separazione di Milgrin, potresti essere indirettamente legato a un importante player del business, ovvero al più grande degli esperti del tuo settore. LinkedIn ti aiuta a scoprire anche gli intermediari tra te e la tua auspicata connessione.
 

Il successo della piattaforma è dettato proprio dal potenziale positivo e pro-positivo dei suoi servizi. Occorre prestare attenzione, però, sia all'etichetta da seguire (LinkedIn non è Facebook) e a essere consapevoli del fatto che a tanti vantaggi, corrispondano anche degli oboli da pagare, oboli che inconsapevolmente lasciamo sotto forma di dati personali di cui l'azienda si impossessa per poterci meglio tracciare. Ma procediamo con ordine. Come ad un colloquio di lavoro probabilmente indosseresti un filo di perle ( indiscutibile simbolo di eleganza per il gentil sesso) o un completo con cravatta, così devi sapere che su LinkedIn tutto deve conformarsi. All'obbligo di iscriversi come Membro solo in quanto persona fisica, LinkedIn aggiunge, ad esempio, il cortese invito a inserire una foto professionale e ben riconoscibile dell’utente. Non dimenticare mai che tutti i social networking sites (LinkedIn in particolare, date le sue peculiarità) sono ormai nuove dimensioni di ricerca da parte delle sezioni di risorse umane dell'aziende. Oltre a completare con minuziosità il tuo profilo, sii sempre rispettoso ed educato quando partecipi alle conversazioni nei gruppi. Nessuno sceglierebbe mai per la propria azienda un dipendente che in pubblico utilizza turpiloquio e si pone con maleducazione.
Il discorso sul tracking dei comportamenti é più lungo, ma necessario da conoscere per comprendere in che modo vengano utilizzati i dati che di volta in volta acconsenti a fornire. Purtroppo non siamo abituati a leggere ogni clausola delle informative sulla privacy ma l' "ignoranza non excusat", soprattutto quando si tratta dei nostri dati. Partiamo dal chiarire chi controlla i nostri dati. Se l’utente risiede negli Stati Uniti, le informazioni personali fornite o raccolte da LinkedIn sono controllate da LinkedIn Corporation, con sede in California. Se l’utente, invece, risiede al di fuori degli Stati Uniti, le informazioni personali fornite o raccolte da LinkedIn sono controllate da LinkedIn Ireland, con sede, ça va sans dire, in Irlanda.
Al momento della registrazione, LinkedIn si appropria di informazioni base (quali nome, password, e-mail) che la piattaforma inizia a utilizzare per fornire un’esperienza personalizzata.
Più di ogni altra piattaforma, la ricerca da parte dell'azienda di fornire un'esperienza personalizzata- e dunque più vantaggiosa- al proprio utente è perseguita con determinazione da LinkedIn, per ovvie ragioni di utilità dei servizi offerti.  
A questo punto, l’utente  può aggiungere dettagli professionali – come la sua qualifica, formazione e competenze – al suo profilo. LinkedIn ricorda un po' lo stereotipo della mamma ultra-apprensiva e a tratti mal sopportata : si assicura che sia perennemente ben chiaro quanto un profilo completo al 100% delle sue potenzialità (che abbia tutti i campi ben compilati) possa aiutare l'utente ad essere trovato da altre persone e dunque aprirsi a opportunità in primo luogo di lavoro e, non meno interessante, di incremento della propria cerchia di connessioni.
Naturalmente, a tanta premura corrisponde un dazio da pagare in termini di adv: quanto più il profilo risulterà completo, tanto più facile sarà permettere alla piattaforma di mostrare annunci pubblicitari e contenuti rilevanti.
LinkedIn, ancora, raccoglie informazioni quando un membro sincronizza del “contenuto non LinkedIn” – come la sua rubrica email, i contatti sul suo dispositivo mobile o il suo calendario – con il Suo account: tutto fa brodo nella macchina di personalizzazione dell’esperienza e per consentire nuovi collegamenti.

I nostri dati vengono "succhiati" quando si visualizza o si clicca su un annuncio pubblicitario, si aderisce e partecipa nei gruppi, si partecipa ai sondaggi o si condividono articoli . Altre informazioni, ancora, vengono raccolte quando l’utente visita non solo LinkedIn ma anche le altre aziende della famiglia come SlideShare e Pulse.
Come è possibile che questo accada se l'utente non decide deliberatamente di sincronizzare gli account? Beh, molto più semplice di quello che pensi: l' accesso ai siti identifica l’utente associando il suo indirizzo IP all'account. Il sistema di identificazione avviene utilizzando cookie e tecnologie simili. 

Una delle peculiarità della piattaforma é, ancora, il fatto che in alcune comunicazioni che un utente  invia su LinkedIn, il destinatario può vedere il proprio nome, indirizzo email e alcune informazioni sulla propria rete. Che sia tu a visitare un altro profilo o viceversa, LinkedIn manderà notifica all'interessato. Attenzione quindi alle azioni di stalker virtuale!
Naturalmente, tutte queste impostazioni possono essere modificate qualora l’utente lo desideri. Occorre esserne informati, consapevoli, alfabetizzati. Ancora una volta, però, soprattutto quando si tratta di limitare la trasparenza delle proprie informazioni, al vantaggio dell’anonimato acquisito corrisponde una diminuzione dei benefici del servizio.
Ad esempio, scegliendo di rendere anonime le proprie caratteristiche, non sarà più possibile monitorare le statistiche del proprio profilo, utili per capire come migliorarlo e quanto è stato visitato da terzi.
Essendo, ancora, l’apertura del profilo consentita solo alle persone fisiche, le aziende e altre entità possono creare pagine su LinkedIn. Se un membro segue una di queste pagine, apparirà come uno dei follower dell'azienda e agli amministratori della pagina verranno fornite informazioni anonime sulla propria navigazione. 

Il personal branding, motore dell’interazione professionale, è costantemente incoraggiato, anche attraverso slogan dal sapore persuasorio come “the time you spend on LinkedIn will make you better at your job today”.  
È lo stesso Linkedin, ad esempio, che mostra in questo video come soli 9 minuti al giorno, impiegati a migliorare il proprio profilo, possano portare a evidenti vantaggi professionali.

9 minuti possono cambiare tutto


Sei pronto a coltivare le tue connessioni su LinkedIn?
Con la matura alfabetizzazione alle dinamiche di monitoraggio, il tuo cammino é in discesa.
 

Good luck!

[ Per saperne di più, qui le Fonti:
https://www.linkedin.com/legal/user-agreement
informativa sulla privacy
https://www.linkedin.com/legal/privacy-policy

http://www.downloadblog.it/post/13991/studentjobs-di-linkedin-offerte-di-lavoro-e-stage-per-studenti-e-neolaureati ]

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